NATURA UMANA NELL'IMMORTALE CAPOLAVORO DI GOGOL "LE ANIME MORTE
NATURA UMANA
NEL CAPOLAVORO DI GOGOL : LE ANIME MORTE
Introduzione : Anime morte è il titolo di un romanzo di Nikolaj
Vasil'evic Gogol' considerato,
insieme ai racconti, uno dei suoi capolavori. Pubblicato per la prima volta nel
1842, fu concepito come prima parte di una trilogia, rimasta poi incompiuta..
Il giovane Gogol', considerato all'epoca già un genio della letteratura, era
intenzionato a scrivere un grande poema sulla Russia seguendo un modello
“dantesco”: Nelle intenzioni dello scrittore Le anime morte avrebbero
rappresentato solo la prima parte, nella quale veniva descritta la dimensione
morale più bassa della Russia (l'inferno, in uno schema dantesco). Ma il grande
progetto rimase incompiuto.
Questo grande poema sulla
Russia , però ,non vide mai la luce, anzi segnò in un certo senso il declino di Gogol’ .Egli infatti scrisse solo la seconda parte che poi
bruciò quasi per intero (ne rimangono i primi capitoli e si interrompe
improvvisamente).
Ai personaggi spregevoli
di questa prima parte avrebbero dovuto fare da contraltare delle figure via via
migliori fino ad arrivare ad un finale ideale che avrebbe dovuto indicare una
sorta di via verso la redenzione per l'intero popolo russo.
Questo disegno gogoliano,
comunque , pur non avendo luogo
compiutamente, rappresenta uno
spartiacque nella letteratura russa che fino a quel momento sembrava non
accorgersi di certe realtà. Il grande successo che riscosse all'epoca tale
opera ,è nulla a confronto dei riflessi che ha avuto sull'intera letteratura
del suo paese, a partire proprio dalle opere spiccatamente di denuncia sociale
che cominciarono a fiorire.
Trama : La narrazione si apre con l'arrivo di Čičikov nella città
russa di N--. Egli riesce fin da subito ad attirarsi le simpatie di tutti e a
ottenere inviti a feste e raduni che includano personaggi di prestigio nella
scena cittadina. Dopo breve tempo inizia il suo pellegrinaggio per l'ancora
feudale campagna russa, in compagnia del cocchiere Selifan, alla ricerca di
possidenti disposti a cedergli le loro anime morte (servi della gleba morti
dopo l'ultimo censimento e per i quali i proprietari continuano a pagare il
testatico fino al censimento successivo, dunque ufficialmente ancora vivi e
vendibili). Il suo intento è quello di ottenere un grosso capitale ipotecando
questi contadini "fantasma". I proprietari terrieri nei quali il
protagonista si imbatte sono caricature tragicomiche; molto del divertissement
del romanzo risiede nell'interazione tra Čičikov e questi ultimi. Dopo varie
peripezie, e dopo aver ottenuto un gran numero di anime morte, Čičikov torna
nella città di N-- e riprende la consueta vita sociale. Tuttavia, iniziano a
girare voci su una presunta tresca tra lui e la figlia sedicenne del
governatore, nonché sui suoi traffici illeciti, voci, queste ultime, che
vengono confermate dall'arrivo in città della vedova Korobočka che, quasi
pentita della vendita delle anime, arriva in città per chiederne il valore di
mercato per assicurarsi di non essere stata frodata. Vedendosi senza scampo,
per evitare l'arresto Čičikov decide di fuggire, vanificando ogni suo sforzo.
Nel capitolo finale, inoltre, Gogol'ci informa riguardo alla vita trascorsa di
Čičikov: in giovinezza fu un diligente studente con uno spiccato senso degli
affari; successivamente svolse incarichi minori presso la burocrazia
governativa, ma nessuno che lo soddisfacesse pienamente. Si conosce, finalmente,
anche il motivo per cui sceglie la via delle anime morte: nella società russa
del tempo, chi possedeva più servi della gleba era considerato di più alto
rango sociale. Il desiderio di ascesa sociale in effetti rappresenta una
costante anche nel suo passato.
Critica Letteraria all’opera e satira sociale : Secondo il noto scrittore italiano alberto bevilacqua ; Non c’è opera che, più di questa, contenga la minaccia
che incombe sulla nostra esistenza.
Per lo scrittore emiliano
“le anime morte “ sono una delle opere letterarie che più ci rispecchiano,
perché certi settori della società, in particolare la politica, “tendono a
comprare” tutti noi per fare numero.
Bevilacqua parlava
espressamente, nel 2011,poco prima di venire a mancare di “un inquietante
attualità” delle “anime morte” addirittura di un “boom” di questa
opera-riferendosi al fatto che l’opera di gogol divenisse ogni giorno più
attuale.
Si era già nel 2011 in
piena crisi strutturale del sistema occidentale e della sua economia e le
parole messe in bocca da gogol ad un personaggio del suo “cappotto” rivolte
allo sventurato eroe del suo racconto, parevano immanenti oltre che immortali ,al
bevilacqua : «Peggio per te se non ce la fai» .
Ma se “il cappotto” e’ la storia di un povero impiegato che, vittima ,di una crisi economica che toglie
lavoro ai più deboli, coltiva l’unico sogno di possedere un cappotto nuovo, ma
viene poi ad esser stritolato dall’egoismo e dall’indifferenza altrui- la
figura di Cicikov ,il protagonista assoluto de le “anime morte” è molto
diversa.
Lui è un eroe scorretto, falso e ingannatore, che ricorre allo
stratagemma o alle buone maniere,quando servono, per farsi largo e per
conseguire il proprio obiettivo.
E, obiettivo di cicikov è
unicamente la scalata sociale-il far parte a pieno titolo di quel mondo di
parassiti che ,allora come oggi, sopravvive allegramente, senza nulla creare
per la comunità.
Secondo il critico
mastroberti, Cicikov agisce e si muove, in un mondo iniquo, costituito di classi sociali impermeabili tra loro, in
cui l’ingiustizia, allora come adesso quasi due secoli dopo, la fa da padrona.
Un universo quello
descritto da Gogol’ nelle “anime morte” ,che essendo fatto di rapporti e di bassezze tra
adepti, sembra andare in corto circuito per una semplice falla aperta da uno
sconosciuto accolto ,unanimemente, ma a torto come “uno della cerchia”.
Appunto sembra perché-ne siamo
certi-alla partenza dalla città di N. del buon Cicikov - tutto tornerà come
prima .
Il sistema, descritto da Gogol‘, ci sembra molto affine a quello
dei nostri giorni, poiché il mondo sembra girare sempre allo stesso modo,
cambiando solo la forma e poco la sostanza del senso delle cose. Il libro o
quello che del libro si è potuto ricostruire, si chiude, così, senza offrire
una precisa risposta, ed è anche questo ,per assurdo ,uno dei piani di
modernità dell’opera, poiché a questo dilemma l’umanità intera probabilmente
ancora molto ha da lavorare.
Alla fin fine, quello che
Gogol' ha voluto denunciare, è il giudizio della società russa del tempo, che
per estensione è quello dell'umanità tutta: il materialismo e la superficialità
del mondo concorrono a distruggere l'uomo, a spingerlo verso la distruzione
della propria spiritualità, verso la quale egli è peraltro già ben avviato per
sua stessa natura.
La natura umana e “le anime morte”: Sbaglierebbe di grosso chi volesse sintetizzare
questo poema unicamente come un opera di satira sociale.
I critici letterari russi
e sovietici non poco hanno contribuito ad una visione distorta del capolavoro
–mai terminato-di gogol’.
Persino Dostojevskij (uno che dopo la sua pubblicazione nel 1842, dedicò
la vita al meraviglioso poema-romanzo di Gogol ,tanto che passava le ore della
notte rileggendolo sempre di nuovo agli amici, come se il poema-romanzo non
potesse finire mai ) sembrò
appropriarsi di temi “gogoliani” a partire dal suo primo capolavoro “povera
gente” –ma ,lo fece in modo non del tutto confacente alla visione di quello che
considerava il suo “maestro putativo” .
Sembra sempre –leggendo
Dostojevskij -che la sua penna sia intinta in una sorta di compassione per i
suoi sventurati eroi .
Ed è in realtà è proprio
Dostojevskij a sviluppare al massimo il tema della critica sociale anche se lo fa con le proprie corde e proponendo le
sue soluzioni vagamente consolatorie -come in “delitto e castigo”
Compassione per i suoi
personaggi del tutto assente nell’opera di Gogol’ ,soprattutto nelle “anime
morte” .
Non solo; l’autore –a
differenza del suo “discepolo” non mostra alcun segno di “pentimento” ne’
in Cicikov-il quale se ne scappa dalla
città di N, solo e semplicemente perché il clima, per lui , si va facendo
“surriscaldato” -né negli altri protagonisti della prima parte dell’opera ,i
vari korobocka, nozdrev e altri
ancora . L’unico modo che hanno questi
personaggi di uscire da quell’autentico teatrino che è la città di N col suo
vicino governatorato sembra essere la morte magari come quella improvvisa del
governatore che fa precipitare gli eventi intorno a Cicikov.
No- a differenza di
Dostojevskij – per Gogol’ l’uomo ,la sua vita ,sembra che scorrano
come sui binari di una ferrovia , non sono possibili la catarsi e/o la
redenzione e neanche un significativo cambiamento così come un effettivo salto
di classe sociale .
Chi nasce nobile resta
nobile nonostante una vita all’insegna dell’inazione (vedi manilov e la moglie)
o all’insegna di comportamenti antisociali (vedi nozdrev) se non quando della malattia mentale franca (plyuskin).
Tutti comportamenti che
dovrebbero portare rapidamente alla rovina ma ,così non è poiché-come accennato
in precedenza-si tratta allora come oggi di un “mondo chiuso” ed
immutabile cui cicikov inutilmente tenta
di accedere - fatto di indicibili rapporti
e bassezze tra adepti.
Ma al netto della
divisione in classi sociali che attanagliava la russia del XIX secolo e che
permane oggi, quasi duecento anni dopo cos’è che per gogol’ impedisce all’uomo
di cambiare ?
Perché mai chi nasce
tondo-non potrà mai morir quadrato?
Qui ci vengono in aiuto-a
interpretare lo stesso gogol e la natura
dell’uomo, almeno per come la vede lo scrittore di sorocincy- due grandi
scrittori russi.
Il primo è un suo
contemporaneo-il grande pushkin –il quale ,poco prima di morire in duello ebbe
la ventura di leggere ed apprezzare l’opera di gogol’ che ,va detto stava venendo
travolta da polemiche dopo la sua uscita .
Secondo pushkin: “nessuno scrittore, prima di lui ha saputo
rappresentare con tanta chiarezza la volgarità della vita e dell’uomo banale,
nessuno ha descritto con maggior nitidezza tutte quelle piccolezze che sfuggono
allo sguardo dei più. Ha spaventato la Russia perché ha mostrato una volgarità
senza salvezza e senza tregua.”.
Ma dopo aver
“spaventato” la russia -Gogol’ sembrò
rinchiudersi in se stesso-spaventato a sua volta dalle reazioni: Dopo l’uscita del primo volume, Gogol’ rimane
impressionato ,più che dal trionfale successo di pubblico , dai giudizi
negativi ricevuti, si ammalò di esaurimento nervoso ed impiegò cinque anni a
scrivere il secondo volume che poi brucerà integralmente a causa di una crisi
religiosa..
Prova a riscriverlo da capo
ma non arriverà mai alla fine, il terzo libro non verrà mai alla luce.
Come detto- la sua intenzione ,poi abortita ,era quella di
scrivere un grande poema seguendo il modello dantesco, diviso in tre libri,
partendo cioè dagli aspetti negativi del popolo russo per arrivare alla salvezza
interiore di questi ultimi, una vera e propria evoluzione dall’Inferno fino al
Paradiso.
Ne sono prova alcuni
personaggi tratteggiati nel secondo volume-quello incompleto che paiono ergersi
sopra le “miserie “ del primo libro.
Guardate cosa dice uno di
essi “prendi tu stesso in mano la vanga, fa lavorare tua moglie, i figli, la
servitù di casa; muori…ma sul lavoro! Almeno morirai facendo il tuo dovere e
non a tavola, ingozzandoti come un maiale”
Insomma Gogol’ ancor
prima di essere colpito dalla malattia
che ne devastò prima l’anima e poi il corpo
sembrava riconoscere nel lavoro-più che altro quello manuale ,quello del
contadino l’unica chiave di riscatto della società .
Parole ,queste che
mantengono un attualità assoluta .
Ma cosa spinge l’uomo all’angolo
e impedisce alla natura umana di svilupparsi come dovrebbe ?
Sono le molteplici ed
infinite passioni umane-da quella per il danaro a quella per la gloria e così
via.
Ecco dunque ,al riguardo, un
altro “aforisma “tratto dalle “anime morte”: “Innumerevoli come le sabbie
del mare sono le passioni umane, e tutte diverse l'una dall'altra; e tutte,
basse e sublimi, all'inizio obbediscono all'uomo e solo in seguito ne diventano
terribili dominatrici.”
Nessuna speranza dunque
per un uomo schiavo delle passioni e del destino che ,nel migliore dei casi
possibili ed immaginabili ,potrà ,al massimo, continuare a recitare la sua “parte
in commedia ” tra balli e feste nella
tranquilla città di N. descritta mirabilmente da Gogol’.
Ma, la vita conduce
inevitabilmente alla morte a quella morte che mieteva così tante vittime tra i
servi della gleba che ,nessuno tra i possidenti interrogati da cicikov si
ricordava del numero esatto dei deceduti.
Anche Gogol’
immediatamente dopo la stesura della sua opera immortale, ,tormentato dai
rimorsi e da una maniacale crisi religiosa, comincia la sua decadenza psico-fisica.
Il suo corpo spiega Nabokov-è
un tutt’uno con la sua anima e con la sua opera; e qui veniamo al secondo grande scrittore
russo che alla vita Gogol’ ,nel 1943 ha
addirittura dedicato una sua biografia romanzata dal titolo, appunto :Nikolai
Gogol’..
È così che nelle prime
pagine del libro il lettore trova una descrizione - che ha la forza di
un'inquadratura cinematografica - del "corpo disgraziato" di Gogol'
in punto di morte. Il povero trema, piange e debolmente lotta contro la volontà
di saccenti dottori che lo costringono a penose cure, mentre grosse sanguisughe
gli penzolano dal naso.
Nelle ultime grottesche
ore di Gogol' ,secondo Nabokov c'è tanto delle sue fatiche e delle sue opere,
ma c'è soprattutto il lato fisico del
suo genio. La vita e la morte dello scrittore, sempre accostate in un eterno
agone, qui si sovrappongono in un disegno complessivo.
Alla fine Nabokov è il
primo a reinterpretare il mito di Gogol' esaltandone la fantasia e l'ironia e
sgomberando il campo dalle interpretazioni dominanti dei critici che, specialmente in Russia,
leggevano le sue opere in termini di esclusiva denuncia e satira sociale contro
il sistema di corruzione statale del Paese.
E poi rilegge anche il
rapporto con la madre, le relazioni con gli scrittori contemporanei, con il
pubblico e con la critica, i viaggi all'estero, le fughe nelle quali Gogol' cercava
quella pace che per il suo animo era impossibile raggiungere.
E se il male-per Gogol’
sembrerebbe impossibile da sradicare ,come
vediamo da questa sua frase tratta dal poema in oggetto: “So che con nessun
mezzo, nessuna minaccia, nessun castigo si può sradicare il male: esso ha ormai
messo troppe profonde radici. La disonestà di accettare la bustarella è
divenuta una necessità, anche per gente non nata per essere corrotta” Nabokov
conclude che i personaggi descritti da
Gogol’ ivi compreso Cicikov sono uomini-fantasmi trattenuti a terra dalla
logica del mondo, ma pronti a librarsi nell'aria al primo soffio del vento
dell'immaginazione.
Come nel famoso episodio
finale del primo libro delle Anime Morte con il “nostro eroe” lanciato, su una
troika , in una corsa senza freni sulla
steppa innevata .
Finalmente libero da
convenzioni e da impedimenti-nel celeberrimo episodio finale- la mente di
Cicikov si interroga sul futuro della russia e sul senso della vita .
Ma non si da alcuna
risposta-così come non se la da’ e non ce la fornisce neanche il suo autore
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